Dopo aver avviato, ai sensi dello statuto comunale, le procedure per il referendum popolare sulla gestione della distribuzione idrica, Italia dei Valori ha depositato nei giorni scorsi 1.225 firme per chiedere al sindaco di nominare la commissione di garanti preposta a pronunziarsi sull'ammissibilità del quesito referendario. E' un quesito, lo ricordiamo, con cui si vuole chiedere ai cittadini se ritengono che la gestione delle acque sia da affidare ai privato o deve essere pubblica. Ma a che serve affrontare i costi di un referendum se poi all'eventuale preferenza della gestione pubblica da parte dei cittadini non si potrà dare corso in quanto Caltaqua ha un contratto di 30 anni? (…)
I comitati di quartiere hanno deciso di aderire e collaborare a raccogliere le firme. «Lo abbiamo fatto - ha detto Francesco Alabiso presidente di Settefarine - perchè finora le nostre richieste sulla soluzione dei problemi idrici, vedasi bollette salate, stacchi di contatori, acqua non potabile, non ha avuto buon esito. Ci siamo appellati a tutti: sindaco presidente della provincia. Niente. Così abbiamo aderito al referendum». I presidenti dei comitati sono di varia estrazione politica ma sull'adesione al referedum sono d'accordo tutti. «Almeno i cittadini potranno dire ciò che vogliono - ha commentato Stefania Pagano, presidente di Macchitella - chi ha deciso di privatizzare l'acqua non ha pensato di chiedere prima il parere della gente». Ma fatto il referendum come si può aggirare l'ostacolo del contratto trentennale con Caltaqua? «Ci sono tutte le premesse per la rescissione in danno del contratto - ha detto Orazio Rinelli - c'è il neo della fornitura di acqua non potabile, ci sono i continui casi di inquinamento dell'acqua e c'è l'eccessiva onerosità del servizio. La pensano così anche i consiglieri Lucio Greco e Paolo Cafà». Durante il dibattito i presidenti hanno evidenziato che la gestione di Caltaqua è accettabile ma non c'è rispondenza con i costi che ricadono sugli utenti . Colpa dell'acqua dissalata venduta da Siciliacque a prezzi alti, delle assunzioni clientelari che Caltaqua ha dovuto fare per accontentare partiti e politici di ogni colore e di un contratto con clausole vessatorie.Proteste ci sono state per il prezzo dell'acqua. «Abbiamo il sindaco più importante d'talia - ha detto Gioacchino Gradito di Macchitella - ben tre parlamentari all'Ars e non si riesce ad avere l'abbattimento del 50% dell'acqua in quanto non potabile». Totò Gallo di Fondo Iozza ha denunciato che i contatori installati da Caltaqua non misurano solo liquidi ma pure gas ed aria. I presenti hanno ribadito che sono stanchi delle promesse dei politici. Vogliono non parole ma fatti. (La Sicilia)
Strano che il nostro supersindaco e il presidente della commissione regionale Antimafia non si siano mai pronunciati contro Caltaqua e la loro politica vessatoria e filo-nazista!
Forse perchè Caltaqua ha rappresentato e rappresenta ancor quel bacino di voti al quale questi feudatari di Gela attingono a piene mani???
Mi chiedo dove finisce la mafia e inizia l'antimafia...
3 commenti:
per quanto ne so, mi sono informato, è quasi impossibile recidere il contratto se non pagando delle penali che equvalgono alla metà di quanto caltaqua debba incassare in 30 anni, avete letto bene INCASSARE, perchè di quello che deve spendere i sindaci hanno pensato bene di non metterlo a contratto, mettendo di fatto caltaqua in una botte di ferro contrattuale,
a meno che non si decida di pagarli comunque ed affidare la gestione direttamente ai comuni dove ancora siedono molti dei sindaci che hanno firmato per Caltaqua.
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siamo disposti a pagare il doppio?
meglio chiedere un miglioramento netto del servizio.
sappiamo con chi prendercela se manca l'acqua, con i diretti responsabili e cioè i sindaci che hanno firmato, firmando tra l'altro un aumento della tassa programmato triennale a "prescindere".
purtroppo l'iniziative di IDV per quanto lodevole mi sa di propaganda fine a se stessa.
detto questo continua a mancare l'acqua ma almeno so per chi non devo votare.....
sicuramente in altre città ci serebbe stata una rivolta cittadina,e non capisco perchè a Gela questo non succede.
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