sabato 18 luglio 2009

Gela: aumentano i tumori


Si chiama Sebiomag. E' uno studio commissionato dall'assessorato regionale al territorio per ricercare nel sangue e nelle urine di un campione di cittadini di Gela, Butera e Niscemi, la presenza di metalli pesanti e pesticidi. Presenti esponenti dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale, della Fondazione Maugeri, il dirigente dell'Ufficio speciale aree a rischio , il sindaco di Butera, gli assessori comunale e provinciale all'Ambiente, i dott. Pino Piva, Lillo Buttiglieri e Salvatore Migliore per l'Asl 2.
Oltre a Sebiomag sono stati presentati vari studi su Gela. Lo studio descrittivo della mortalità nel periodo 1995 - 2002 e dei ricoveri ospedalieri nel 2001 - 2007 ha tracciato un profilo dello stato di salute della popolazione residente a Gela, Niscemi e Butera confrontata con quelli della Regione.
E' emerso che a Gela la mortalità è più elevata dell'atteso per cause tumorali e non soprattutto negli uomini. Più eccessi di mortalità, più eccessi di ricoveri a Gela.
Un altro studio sulla mortalità di lavoratori del petrolchimico ha evidenziato un aumento significativo di morti per cancro polmonare fra chi lavora e risiede a Gela rispetto a chi vi lavora ma risiede altrove. Gli studiosi sostengono che questo dato suggerisce un ruolo dell'inquinamento atmosferico come causa di questa patologia e chiedono la messa a punto a Gela di un adeguato sistema di monitoraggio dell'aria. Gli operai hanno un incidenza più rilevanti di ricoveri ospedalieri rispetto agli impiegati.
Rilevanti sono i dati sui ricoveri per malattie cardiovascolari e respiratorie acute, della pneumoconiosi cioè le affezioni da polveri nei polmoni tra gli uomini, sulla broncopneumopatia cronica ostruttiva che ammette una causa professionale nel 20- 30% dei casi, sulla nefrite e le nefrosi riconducibili all'esposizione al mercurio. E' stato evidenziato che va approfondita la prevalenza della patologia renale tra gli ex lavoratori del clorosoda.
L'attenzione era puntata però su Sebiomag perchè è la prima volta che si fa uno studio cercando metalli pesanti e pesticidi legati alle attività industriali ed agricole nel sangue dei residenti. Lo studio ha riguardato 250 persone di entrambi i sessi, si età tra 20 e 44 anni, residenti di cui 118 a Gela , 29 a Butera e 39 Niscemi estratti a sorte. Hanno partecipato anche 76 volontari.
Risultato: c'è un'esposizione diffusa da arsenico con alcuni valori singoli alti molto superiori rispetto a quelli riscontrati in popolazioni non esposte in ambito lavorativo o in circostanze accidentali. L'esposizione ad arsenico appare recente, è maggiore negli uomini e in chi fa uso di pesce e verdura o acqua di acquedotto. L'arsenico è cancerogeno e la fonte di esposizione va meglio ricercata ma è chiaro che sotto accusa è la contaminazione ambientale (l'acqua, la terra, l'aria e i cibi) causata dagli scarichi industriali a mare e nel sottosuolo.
Il prof. Fabrizio Bianchi (Cnr) ha evidenziato che saranno ripetute le analisi su quei soggetti in cui è stata rilevata un'altissima concentrazione di arsenico per poter capire di che tipo di arsenico si tratto e sarà approfondito anche lo studio degli stili di vita. Gli studiosi comunque ritengono che vada anche effettuato un monitoraggio ambientale mirato con particolare attenzione all'arsenico ma va anche rafforzato il sistema di sorveglianza epidemiologica sulla popolazione.
La cosa più importante è, insieme al proseguio degli studi sulle interazioni tra ambiente e salute, quella di bonificare, risanare il territorio eliminando le fonti di esposizione per le comunità.
Se il suolo ed il mare sono inquinati le sostanze nocive entrano nella catena alimentare, se l'aria è avvelenata ci si ammala e si muore più facilmente. [La Sicilia]

mercoledì 8 luglio 2009

Gela: singolare iniziativa dell'Associazione Vox Populi


Particolare interesse ha suscitato l’iniziativa promossa dall’Associazione Culturale Vox Populi di un torneo di calcetto con squadre miste (formate da ragazzi e ragazze) denominato Wo&Man.
Si tratta del primo torneo del genere che si organizza a Gela, e lo si deve alla brillante intuizione della sua organizzatrice, Roberta Alfeo, decisa a sperimentare nuove forme di aggregazione e di divertimento, volte allo stare insieme e allo scambio di idee.
Non nuova a queste iniziative sociali, l’Associazione Vox Populi ha voluto avviare un percorso di educazione a “stare insieme” tra ragazzi e ragazze, in nome dell’amicizia e del rispetto reciproco, in uno scenario di sano agonismo sportivo. Il clima di amicizia che si è creato durante il torneo ha fatto germogliare lo spirito di collaborazione tra tutti i partecipanti che si son ripromessi tutti insieme di avviare altre iniziative sociali che coinvolgano tutti quei ragazzi che hanno voglia di spendersi e di creare qualcosa di diverso e di costruttivo.
“Abbiamo voluto creare qualcosa che mancava qui a Gela –afferma Roberta Alfeo, l’organizzatrice- Si erano visti tornei femminili ma mai dei tornei con squadre miste. Il successo dell’iniziativa è andato oltre le nostre aspettative, tanto che stiamo già pensando all’organizzazione di un altro torneo invernale. I ragazzi hanno capito subito lo spirito che animava il torneo –aggiunge - non lasciandosi prendere troppo dall’agonismo in alcuni casi inevitabile. Abbiamo anche introdotto il sistema delle votazioni sugli spalti per coinvolgere soprattutto gli spettatori che, con il loro voto, hanno decretato la miglior giocatrice e la giocatrice più simpatica”.
Grande e inaspettata la risposta del pubblico, che non ha voluto mancare a questa novità assoluta per Gela, accompagnando con il loro incitamento tutte le squadre partecipanti ed esultando ad ogni gol segnato da qualsiasi squadra.
Il primo torneo Wo&Man è stato vinto dalla squadra I Fantastici 5 che in finale ha battuto la squadra dei Delirius con punteggio di 6-3. Il premio come capocannoniere del torneo è andato ad Alessandra Tosto, mentre il premio per la migliore giocatrice, votata dal pubblico, è andato a Lorena Tilaro. Inoltre, è stato assegnato un premio speciale alla giocatrice più simpatica, sempre votata dal pubblico, vinto da Roberta A. della squadra dei Clown.
Il presidente della Vox Populi, Massimiliano Tuccio invitando tutti quanti ad inscrivere la propria squadra al torneo autunnale.
Nella foto, Massimiliano Tuccio, presidente Vox Populi, premia la squadra vincitrice I Fantastici 5, formata da: Alessandra Tosto (capocannoniere del torneo), Giulia Di Dio, Serena Cascino, Agatino Pasqualino, Giuseppe Di Dio.

giovedì 2 luglio 2009

Consigliere comunale di Gela si rivolgeva alla mafia


Imponevano a tappeto agli imprenditori di Gela il pagamento di tangenti alla mafia, ma anche l'assunzione di operai e la fornitura di materiali.
Il dato emerge dall'indagine che questa mattina ha portato la polizia ad eseguire dodici ordini di custodia cautelare, emessi dal gip del Tribunale di Caltanissetta. Si tratta di indagati ritenuti affiliati alla famiglia gelese degli "Emmanuello".
I provvedimenti sono stati notificati in carcere ad undici indagati, mentre uno è agli arresti domiciliari. L'accusa per loro è di associazione mafiosa ed estorsione continuata e aggravata, in danno di commercianti ed imprenditori di Gela.
L'operazione, denominata "Cerberus", è stata condotta da agenti della Squadra mobile di Caltanissetta, del Commissariato di polizia di Gela e della Questura di Brescia. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Sergio Lari, dall'aggiunto Domenico Gozzo e dal sostituto della Dda, Nicolò Marino.
L'indagine fa parte della ricerca del boss latitante Daniele Emmanuello, morto mentre tentava di fuggire dal covo in cui si era rifugiato nel dicembre 2007 nelle campagne di Enna. Il giudice ha ordinato il sequestro di due imprese edili gestite dalle cosche, mentre è stato svelato il ruolo di vertice delle donne della famiglia Emmanuello e soprattutto sono stati intercettati uomini politici e professionisti che si rivolgevano ai capimafia per dirimere situazione controverse.
La polizia ha arrestato l'imprenditore Sandro Missuto, 31 anni, di Gela, titolare delle due imprese edili che sono state sequestrate su ordine della magistratura. L'uomo è accusato di far parte di Cosa nostra a Gela e di essere vicino alla famiglia degli Emmanuello. In un "pizzino" trovato nell'esofago del latitante Daniele Emmanuello, durante l'autopsia, vi era scritto il nome di Missuto, che avrebbe dovuto occuparsi di un lavoro lungo il tratto autostradale della Salerno-Reggio Calabria. L'indagine della Dda di Caltanissetta ha rivelato l'esistenza di un "connubio affaristico" tra Missuto e la ditta "Safab spa", che ha sede a Roma, e in Sicilia negli ultimi anni si è aggiudicata appalti di importanti opere pubbliche, in particolare: il parcheggio multipiano davanti al palazzo di giustizia di Palermo e il termovalorizzatore di Bellolampo. Gli uffici dei cantieri di Palermo della Safab sono stati perquisiti dalla polizia. In passato sulla Safab gli investigatori avevano svolto accertamenti nell'ambito dell'inchiesta sulla strage in cui venne ucciso Paolo Borsellino perché in via D'Amelio la ditta aveva alcuni uffici.
A guidare il clan Emmanuello ci sarebbe una donna di 81 anni, Calogera Pia Messina, chiamata "Zì Calina". È l'anziana madre di Daniele Emmanuello, il boss latitante, ucciso dalla polizia nel dicembre del 2007, durante le concitate fasi della cattura, in un covo localizzato nelle campagne di Enna. Un vero e proprio "capo carismatico" in abiti femminili, che è indagato per associazione mafiosa. La polizia sostiene che a lei viene periodicamente consegnata la quota parte degli incassi illeciti della "famiglia"; da lei gli affiliati attendono ordini; a lei si rivolgono le vittime del racket e persino uomini politici!
In un'intercettazione telefonica, un consigliere comunale di Gela le chiede di intervenire con tutta la sua autorevolezza perché il proprio fratello, imprenditore, in regola coi pagamenti al racket, era stato picchiato ed aveva subito un'estorsione da un mafioso, Angelo Bassora, la cui moglie (sua dipendente) era stata da lui licenziata per assenteismo. "Zì Calina" non promette nulla, anzi dice che non può fare niente, ma poi, secondo gli investigatori, chiama un suo mafioso di fiducia e gli ordina di intervenire presso il Bassora. [La Sicilia]

E NOI STIAMO ANCORA QUI A PARLARCI ADDOSSO...