Si chiama Sebiomag. E' uno studio commissionato dall'assessorato regionale al territorio per ricercare nel sangue e nelle urine di un campione di cittadini di Gela, Butera e Niscemi, la presenza di metalli pesanti e pesticidi. Presenti esponenti dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale, della Fondazione Maugeri, il dirigente dell'Ufficio speciale aree a rischio , il sindaco di Butera, gli assessori comunale e provinciale all'Ambiente, i dott. Pino Piva, Lillo Buttiglieri e Salvatore Migliore per l'Asl 2.
Oltre a Sebiomag sono stati presentati vari studi su Gela. Lo studio descrittivo della mortalità nel periodo 1995 - 2002 e dei ricoveri ospedalieri nel 2001 - 2007 ha tracciato un profilo dello stato di salute della popolazione residente a Gela, Niscemi e Butera confrontata con quelli della Regione.
E' emerso che a Gela la mortalità è più elevata dell'atteso per cause tumorali e non soprattutto negli uomini. Più eccessi di mortalità, più eccessi di ricoveri a Gela.
Un altro studio sulla mortalità di lavoratori del petrolchimico ha evidenziato un aumento significativo di morti per cancro polmonare fra chi lavora e risiede a Gela rispetto a chi vi lavora ma risiede altrove. Gli studiosi sostengono che questo dato suggerisce un ruolo dell'inquinamento atmosferico come causa di questa patologia e chiedono la messa a punto a Gela di un adeguato sistema di monitoraggio dell'aria. Gli operai hanno un incidenza più rilevanti di ricoveri ospedalieri rispetto agli impiegati.
Rilevanti sono i dati sui ricoveri per malattie cardiovascolari e respiratorie acute, della pneumoconiosi cioè le affezioni da polveri nei polmoni tra gli uomini, sulla broncopneumopatia cronica ostruttiva che ammette una causa professionale nel 20- 30% dei casi, sulla nefrite e le nefrosi riconducibili all'esposizione al mercurio. E' stato evidenziato che va approfondita la prevalenza della patologia renale tra gli ex lavoratori del clorosoda.
L'attenzione era puntata però su Sebiomag perchè è la prima volta che si fa uno studio cercando metalli pesanti e pesticidi legati alle attività industriali ed agricole nel sangue dei residenti. Lo studio ha riguardato 250 persone di entrambi i sessi, si età tra 20 e 44 anni, residenti di cui 118 a Gela , 29 a Butera e 39 Niscemi estratti a sorte. Hanno partecipato anche 76 volontari.
Risultato: c'è un'esposizione diffusa da arsenico con alcuni valori singoli alti molto superiori rispetto a quelli riscontrati in popolazioni non esposte in ambito lavorativo o in circostanze accidentali. L'esposizione ad arsenico appare recente, è maggiore negli uomini e in chi fa uso di pesce e verdura o acqua di acquedotto. L'arsenico è cancerogeno e la fonte di esposizione va meglio ricercata ma è chiaro che sotto accusa è la contaminazione ambientale (l'acqua, la terra, l'aria e i cibi) causata dagli scarichi industriali a mare e nel sottosuolo.
Il prof. Fabrizio Bianchi (Cnr) ha evidenziato che saranno ripetute le analisi su quei soggetti in cui è stata rilevata un'altissima concentrazione di arsenico per poter capire di che tipo di arsenico si tratto e sarà approfondito anche lo studio degli stili di vita. Gli studiosi comunque ritengono che vada anche effettuato un monitoraggio ambientale mirato con particolare attenzione all'arsenico ma va anche rafforzato il sistema di sorveglianza epidemiologica sulla popolazione.
La cosa più importante è, insieme al proseguio degli studi sulle interazioni tra ambiente e salute, quella di bonificare, risanare il territorio eliminando le fonti di esposizione per le comunità.
Se il suolo ed il mare sono inquinati le sostanze nocive entrano nella catena alimentare, se l'aria è avvelenata ci si ammala e si muore più facilmente. [La Sicilia]