venerdì 30 gennaio 2009

Gela: Shock in my town...


"Carneade… chi era costui?"
In ogni strada di ogni città, in ogni luogo di frequentazione, di aggregazione, o anche di lavoro, ci è (quasi) sempre capitato di incontrare gente che in un modo o nell’altro “ispira” il nostro futuro. E non parlo di un futuro remoto o di un futuro che abbia a che fare con ciò che faremo della nostra vita, o del nostro lavoro del nostro Io, ma semplicemente dei successivi due minuti, delle successive due ore, due giorni. O solamente della sera dopo.
E’ come un artista che ha avuto una ispirazione dal semplice volo di una mosca, o dalla forma di una nuvola: cose semplici, insignificanti ai più, ma con ben più di un significato per chi si pone delle domande.
E’ la differenza che passa tra guardare ed osservare, tra sentire ed ascoltare…
Un moderno Carneade, uguali a tanti altri, ma non per questo diverso ed originale, mi ha fatto notare il totale distaccamento in cui vive certa gente così vicina a noi da sembrare lontana anni luce…
Gente normale all’apparenza, che vive (quasi) come noi, che agisce (quasi) come noi e che come noi dipinge per sé un futuro migliore di quello che è riuscito a fotografare.
La convinzione con la quale questa gente parla delle cose più semplici ma in maniera così “eccentrica” e “pallonara” , davvero ci induce a credergli, davvero ci convince che i bambini vengono portati dai cani e non dalle cicogne…
Ne è piena la nostra città!
Non fate quella faccia, perché se davvero vi guardate intorno, anzi, se smettete di guardarvi intorno e cominciate ad osservare, se smettete di sentire gli altri ma cominciate ad ascoltarli, vi accorgerete che ce n’è uno in ogni compagnia!
Gente che, non avendo una vita propria, vive quella degli altri, prendendo in prestito un pezzetto di qua e un pezzetto di la, e componendo pezzetti di vita altrui per fare la propria. Anzi, siccome i pezzetti di vita da copiare oramai li ha presi tutti, è passato ad inventarsene di ogni, a trasferire nella realtà scene tratte da cartoni animati o da film, e, naturalmente, avendo un uditorio nutrito, e qualcuno che gli fa da spalla, ecco che le “palle” (leggasi caxxate) cominciano a prendere la forma della realtà!
Adesso a questa gente date il nome di qualche vostro conoscente, di una persona con il cui bevete il caffè, o di un vostro collega di lavoro e vedrete che qualcuno ci sarà a cui incollare il ritratto che ho dipinto!
Come dite? Non c’è nessuno che conoscete che risponda a questo “identikit”? Bene, allora basta pensare a qualche politico nostrano…. vedrete quanti corrisponderanno alla descrizione!!!
Vi fanno credere di avere il potere di far sorgere il sole domani, vi fanno credere di avere il potere di mettere fine alla crisi, anzi, alle crisi, qualsiasi esse siano! Chissà se ci credono anche loro…
Ogni giorno incrocio decine di persone che per fatalità e congetture hanno una istruzione non certo “alta”, ma questa gente si divide in due categorie: chiddu spertu, e chiddu chi dici di essiri spertu!
I primi
hanno tutto il mio rispetto, anzi, dirò di più: è gente che ammiro molto e con cui mi relaziono volentieri, persone con cui mi diverto a parlare di qualsiasi argomento e, vi assicuro, tra i due sono io a saperne di meno… I secondi sono quelli che credono di averti in pugno, quelli che son convinti che la vita ormai non può insegnargli nulla, quelli che parlano “per esperienza” e che hanno migliaia di aneddoti da raccontare. E magari hanno la metà dei miei anni…
Quelli che per ogni tuo problema hanno una soluzione e loro nuotano in un mare di problemi, quelli che se tu hai un cane intelligente loro ne hanno uno che sbriga le faccende di casa, anche le bollette da pagare! Quelli che “se me lo dicevi prima ti potevo aiutare”, quelli che ti dicono “quando sarò eletto ci penserò io a mettere tutti in riga” e poi durante i consigli comunali leggono il giornale (in realtà guardano le foto…) e si sforzano di assumere un aria intelligente! Quelli che tra un gargarismo e l’altro, tra una smorfia e l’altra, tra suoni non meglio identificati che gli escono dalla bocca e che sembrano parole, ti fanno capire quanta ragione avesse un nostro conterraneo quando diceva “Rozzi cibernetici signori degli anelli: orgoglio dei manicomi!”
Dobbiamo conviverci. Dobbiamo lottarci. Dobbiamo compatirli. Dobbiamo ignorarli.
Ma non dobbiamo ignorare il nostro Carneade. Come io non ho ignorato il mio...
Avrebbe voluto scriverlo lui questo post, ma Nuccio Cesarotti ha voluto fare la parte del Carneade stavolta, non sapendo che il vero Carneade in realtà, è chi si firma Gianni Marchisciana…

lunedì 26 gennaio 2009

Sul federalismo fiscale: autarchia?

C’era da aspettarselo che prima o poi sarebbe arrivato.
Se ne era parlato, si era tentato tempo fa di introdurlo ma forse i tempi non erano ancora maturi. A mio modo di vedere i tempi non sono maturi neanche adesso, data la cresi che ci circonda e che permea di sé tutto ciò che viviamo, che tocchiamo, che mangiamo. E a volte anche ciò che non mangiamo…
Il federalismo fiscale è alle porte, ormai è solo questione di giorni. Manca solo l’approvazione della Camera dei Deputati (formalità, pura formalità, visti i numeri della maggioranza) e la ratifica del Presidente della Repubblica.
La cosa strana è che la Lega ha avuto bisogno di Forza Italia… pardon, della Casa delle Libertà… pardon, del PdL per arrivare al federalismo fiscale!
Non so se la cosa dovrebbe rallegrarci o piuttosto rabbuiarci.
Al siciliano medio di certo la cosa non farà piacere, abituato com’è a cullarsi con le (poche) certezze fin qui conquistate (?!) e nel cui mare si bea e si crogiola. Ma a chi ha un po’ di amor proprio, un po’ di abitudine ad usare l’intelligenza sa che questa rappresenta un’occasione unica per la Sicilia: o si emerge o si affonda!
E si sa… si può riemergere solo quando si tocca il fondo, spiccando un bel salto in alto facendo leva sulle gambe. Gambe che, c’è da scommetterci, ai nostri politici… pardon, ai nostri politicanti stanno sicuramente tremando, perché adesso devono “agire”, cosa che prima demandavano ad altri…
Adesso ognuno è artefice delle proprie fortune o disastri.
E questo discorso riguarda soprattutto la nostra regione, che da adesso in poi deve essere considerata una risorsa piuttosto che una palla al piede!
E’ fuori da ogni dubbio che la Sicilia è stata mantenuta volutamente in uno stato di sottosviluppo da chi, nel tempo, ha potuto sfruttare al massimo questo stato per impinguare il proprio potere! Mantenere la Sicilia in una situazione di sottosviluppo, richiama vecchi modi di governare degli antichi romani, il cui Impero fece splendere la sua capitale ricchissima e sfarzosa, mantenendo nella pressoché totale povertà una provincia dalla quale tuttavia succhiava le migliori risorse!
Vi ci riconoscete?
Davanti a ciò, non possiamo sottacere ancora a lungo le gravissime colpe dei governi nazionali, emulati e anche bene dai governi e governicchi regionali. Governi che hanno fatto crescere disordinatamente l'economia guardando passivamente al peggioramento continuo della qualità dei servizi , senza mai intervenire per eliminare le cause del nostro disagio sociale. Ai governi nazionali hanno sempre partecipato deputati, ministri e sottosegretari siciliani: DOVE SI SON TROVATI QUESTI SIGNORI MENTRE SI DUSCUTEVA DEI DESTINI DELLA SICILIA?
Adesso non abbiamo più nemmeno questi…
Questa riflessione mi fa arrivare alla causa principale del grave stato di salute della Sicilia ed in particolare di Gela: la carenza professionale, l'incapacità congenita, la disonestà intellettuale, e l'abitudine della classe politica gelese e siciliana in genere di trattare la cosa pubblica come cosa privata! I politici siciliani che in questo periodo hanno avuto il primato della politica, hanno anche il primato della responsabilità! La responsabilità del non fare, della prevalenza degli interessi privati su quelli collettivi, la responsabilità del non progettare.
Dunque chiunque governi, a Palazzo dei Normanni come a Palazzo Chigi, o a Palazzo di Città è avvertito: non sono più ammessi errori!
E sarebbe uno sbaglio ancora più grave quello di bruciare il tempo inutilmente, perché a noi non ce ne frega niente dei litigi fra i politici che richiamano a diverbi tra vecchie comari di cortile, interessano le concrete possibilità di lavorare, sudare e… essere considerati!
Far perdere occasioni e risorse mentre tutta l'Italia va avanti sarebbe il vero errore che nessuno di noi potrà mai perdonare!
A nessuno!

mercoledì 21 gennaio 2009

Mafia: Forze Armate come a Gaza

Giuseppe Federico è conosciuto come una persona perbene, gran lavoratore. Magari con una non eccelsa dimestichezza con la lingua italiana - da quello che emerge dalle interviste (ma forse la componente emotiva ha un ruolo non indifferente), ma una brava persona.
Auguro personalmente a lui che la magistratura non riesca a dimostrare la sua colpevolezza nel voto di scambio (e non il contrario, che sia lui a dimostrare di non essere colpevole: è diverso), ma francamente auguro a tutta la popolazione nissena che questo avvenga, per alcune ragioni che proverò a sottoporre alla Vostra riflessione.
Ammesso che Pino Federico non sia colpevole, rimane una questione essenziale sul tappeto: il ruolo che la criminalità organizzata ha nella vita siciliana (senza aggettivi: politica, sociale, economica, forse anche sportiva) e di altre tre regioni della Repubblica: Campania, Puglia e Calabria. Aggiungerei Basilicata, in funzione preventiva. Un ruolo devastante per la normalità della vita dei cittadini perbene di queste regioni, prese tra l'incudine di una politica incapace di reagire, di alzare la testa ed avviare la Rivoluzione Morale anti-criminalità (senza "colorarla" a fini elettorali); ed il martello di un Sistema Criminale che si fatto Ordinamento Giuridico Originario, ossia superiorem non recognoscens.
Come fare ad evitare che la lotta politica si impossessi di una Guerra Totale e Globale contro la criminalità organizzata, per fini meramente elettoralistici?
Bisognerebbe avere il coraggio di ammettere che i meccanismi democratici stanno uccidendo la democrazia nel Sud dell'Europa Unita, mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa dello Stato Italiano, che rischia una spaccatura non tanto per le istanze federaliste provenienti dalle regioni del Nord, quanto per l'inconsistenza morale di larghissima parte della società politica meridionale.
C'è una forte similitudine tra quanto avviene in Italia, tra Nord e Sud, e quanto avviene in Palestina (...).
Pensare di risolvere la questione criminale meridionale seguendo la via "normale" equivale a credere di portare Hamas a festeggiare lo Shabbat: semplicemente irrealistico.
Allora, l’Unione Europea dovrebbe avere il coraggio, in collaborazione con il Governo Italiano, all’uopo allargato alle opposizioni (tutte), di sospendere per 10 anni l’esercizio del diritto di voto nelle quattro regioni italiane in cui il Governo della Repubblica non esercita più il legittimo monopolio dell’uso e della minaccia dell’uso della forza (...).
Dieci anni in cui le amministrazioni locali siano rette da Amministrazioni Straordinarie Militari, con funzionari civili e militari provenienti dagli altri stati dell’Unione Europea, soggetti al controllo di EUROPOL, insieme a Comitati Consultivi con pochissimi poteri costitutivi, formati da personalità locali dall’indiscussa moralità, che abbiano i requisiti per il rilascio del Nulla Osta Sicurezza da parte dell’Autorità Nazionale di Sicurezza (Servizi di Informazione e Sicurezza della Repubblica Italiana, in un quadro di sicurezza NATO).
Bisognerebbe avere il coraggio, cari amici conterranei, di elevare un grido di dolore e di rassegnata resa: da soli non ce la possiamo fare.
L’Italia non ce la può fare.
Chiediamolo a gran voce, perché almeno i nostri figli possano avere la speranza di vivere in una terra libera dagli uomini di satana, che si ritrovano sotto le sigle Mafia, Ndrangheta, Sacra Corona Unita e Camorra.

Thomas Hobbes

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lunedì 19 gennaio 2009

1 Anno di Gelacontro...




- Io sono fiero di essere siciliano!
- Io mi vergogno di essere siciliano!
- Io sono fiero di essere siciliano perché… Europa, Africa, Occidente, Oriente… è proprio la posizione che è comoda.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché siamo nati comodi.
- Io sono fiero di essere siciliano perché…questo mare, queste spiagge, questo sole..
- Io mi vergogno di essere siciliano perché a parte questo mare, queste spiagge, questo sole…
- Io sono fiero di essere siciliano perché da noi è nata la civiltà.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché da noi è nato Emilio Fede.
- Io sono fiero di essere siciliano perché almeno Castelli è nato altrove.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché almeno altrove hanno qualcuno che li difende…
- Io sono fiero di essere siciliano perché… Arabi, Francesi, Spagnoli, Borboni… abbiamo resistito a più di mille invasioni.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché va bene le invasioni! Ma dare 61 deputati su 61 a Forza Italia… non c’avrebbero sperato neanche i Borboni.
- Io sono fiero di essere siciliano perché ci adattiamo a qualsiasi cosa.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché ci accontentiamo di qualsiasi cosa.
- Io sono fiero di essere siciliano perché… “aspetta… calma… ma che fretta c’è…”.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché… “aspetta… calma… ma che fretta c’è…”.
- Io sono fiero di essere siciliano perché guardo il nostro cielo e penso che ha ispirato mille poeti…
- Io mi vergogno di essere siciliano perché guardo il rubinetto secco e “mi sovvien l’eterno”.
- Io sono fiero di essere siciliano perché di qualsiasi cosa ne cogliamo sempre l’aspetto comico.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché non prendiamo mai niente sul serio.
- Io sono fiero di essere siciliano, quando vedo per la mia città carovane di turisti, quasi sempre tedeschi, in pantaloncini corti a Dicembre e dico: “ma questi ad agosto come verranno???”.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché ancora oggi sento dire: “lascia perdere, è sempre stato così, ma chi te lo fa fare…”.
- Io sono fiero di essere siciliano perché siamo ottimisti.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché rispetto all’Europa, anche a voler essere ottimisti, siamo vent’anni indietro.
- Io sono fiero perché se Dio vuole fra vent’anni li raggiungiamo.
- Io mi vergogno perché nessuno s’indigna più per una Palermo-Messina inziata 40 anni fa e mai finita.
- Io sono fiero perché pur di lavorare onestamente ci facciamo ancora 3mila km.
- Io mi vergogno perché ancora oggi sento dire “ai tempi della Dc mangiavano ma facevano mangiare…”.
- Io sono fiero perché da noi la famiglia ha ancora un senso! …alle volte due.
- Io mi vergogno di essere siciliano, perché se mi capita di essere chiamato mafioso a Milano, internamente mi scatta una sensazione di potere.
- Io sono fiero di essere siciliano perché Falcone, Borsellino, padre Puglisi… sono siciliani.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché Falcone, Borsellino, padre Puglisi… ERANO siciliani.
- Io sono fiero di essere siciliano perché Libero Grassi ne era fiero.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché internamente penso che Libero Grassi se l’è cercata.
- Io sono fiero di essere siciliano perché mi sento di appartenere a qualcosa di grande.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché ci mancherà sempre qualcosa per diventare grandi.
- Io sono fiero di essere siciliano perché è la cosa più bella che mi ha lasciato mio padre.
- Io mi vergogno di essere siciliano perché è l’unico modo per farmi sentire.
- Io sono fiero di averla lasciata questa sicilia così un giorno potrò dire ai miei figli “lo vedi che cosa ti ho risparmiato?”.
- Io invece non la voglio lasciare questa Sicilia. Non la voglio lasciare, così… perché voglio vincere!
Ficarra & Picone

sabato 17 gennaio 2009

No al Canone RAI

Da Antonio, un utente del Blog, ricevo e pubblico:
Un nuovo anno va iniziato con dei buoni propositi. E quale miglior proposito della disdetta del canone RAI? Difficile trovarne uno migliore. Il canone è utilizzato dai partiti per informarvi che a gennaio nevica e che ad agosto si va in vacanza... Del processo Mills/Berlusconi o del processo Bassolino non c'è mai traccia. La Forleo e De Magistris sono trattati come magistrati deviati. La prima serata è dedicata al pensiero di Gasparri e Cicchitto.
I fili dell'informazione sono in mano ai partiti.
La RAI è uno strumento di propaganda del PDL e del PD. La RAI dovrebbe essere un servizio pubblico, ma è un servizio pubblicitario. Più pubblicitario, che pubblico. Vogliono la pubblicità? Rinuncino al canone. Vogliono il canone? Rinuncino ai partiti.
Per ora non si fanno mancare niente. Pubblicità, censura dei partiti, famiglie, veline e fiction.
Un servizio di informazione pubblico è necessario, ma per essere pubblico non deve dipendere da Berlusconi (ricordo che in I talia il 50% dell'informnazione lo detiene Berlusconi e l'altro 50% il Governo...). I modelli ci sono, come la BBC, basta prendere esempio.
Da ora fino a novembre si può dare la disdetta del canone. Non paghiamo più per la melma che ci propinano. Per novembre la RAI deve chiudere o cambiare. Due canali senza pubblicità e fuori dal controllo dei partiti mi sembra un buon obiettivo. Chi disdetta il canone può iscriversi al gruppo di Facebook: Cancelliamo il canone RAI. Le istruzioni:
- Prendere il libretto senza strapparlo in mille pezzi
- Copiare il numero di ruolo dal libretto di abbonamento alla televisione. In assenza chiedere un duplicato con raccomandata A.R. all'indirizzo abbonamenti TV (1° ufficio entrate Torino - S.A.T. Sportello Abbonamenti Tv - Casella Postale 22 - 10121 Torino)
- Non avere pendenze come arretrati o multe
- Versare 5,16 euro con vaglia postale, specificando nella causale del versamento "per disdetta canone numero di ruolo" (scrivere il proprio numero di ruolo)". Beneficiario del versamento: S.A.T. casella postale 22, 10121 TORINO; l'agenzia di pagamento: TORINO VAGLIA E RISPARMI
- Staccare dal libretto la cartolina "d", (la "b" se il libretto è recente) intitolata "denuncia di cessazione dell'abbonamento tv". Barrare la casella 2 che ha la richiesta di suggellamento e compilare gli spazi segnati riportando numero del vaglia e data del versamento
- Nello spazio sottostante vi è lo spazio per per la data di spedizione della cartolina: va riportata e apposta la propria firma. Sul retro della cartolina riportare nome, cognome e indirizzo del titolare che intende disdire. Correggere eventualmente il vecchio indirizzo URAR TV in S.A.T.
- In mancanza della cartolina per la denuncia di cessazione dell'abbonamento, usare la cartolina per le comunicazioni generiche e scrivere: "Il sottoscritto (nome, cognome, indirizzo) chiede la cessazione del Canone TV e chiede di far suggellare il televisore (numero di ruolo:...) a colori detenuto presso la propria abitazione. A tale scopo ha corrisposto l'importo di 5,16 euro a mezzo vaglia postale n.... del.../.../... sul quale ha indicato il numero di ruolo dell'abbonamento". Fare una fotocopia della cartolina (davanti e dietro). L'originale della cartolina va spedito con raccomandata ricevuta ritorno all'indirizzo già stampato.
- Attendere il ritorno della ricevuta di ritorno
- Spedire con raccomandata A.R. all'indirizzo del S.A.T. il libretto di abbonamento originale completo con tutto quanto contenuto, tenendo a casa le ricevute dei pagamenti degli ultimi 10 anni (o da quando si è abbonati). La disdetta va completata entro il 30 novembre 2009.
A fronte di quanto sopra, la RAI potrà rispondere richiedendo i vostri dati anagrafici (ancora?), la marca dell'apparecchio da suggellare e dove si trova.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?).
Io neppure...

Antonio: Un “canonista” inc…zato!
(Fonte: beppegrillo.it)



Cancelliamo il Canone Rai

domenica 11 gennaio 2009

Dialogo sopra due massimi... deliranti!


Sign by Gelacontro - Gelacontro.it


- Come possiamo dominare il mondo?
- E' facile.
- Non penso: soggiogare l'umanità , ricorrendo alla costrizione è impresa improba.
- Quale costrizione? Non serve! Oggi si possono usare metodi molto più raffinati ed efficaci...
- Quali sono questi strumenti?
- Ad esempio, la televisione ed il cinema: con la televisione teniamo gli uomini di ogni età e classe sociale, immobili, di fronte ad uno schermo con immagini colorate e dinamiche. E' intrattenimento: si definisce così perché li tiene e li trattiene in un perenne stato di trance.
- Non tutti sono sedotti dalla televisione: alcuni mostrano interessi culturali...
- Non è un problema: noi trasformiamo la cultura in nozionismo o in sterile erudizione, ma dando l'illusione che sia sapere. Sai quanti letterati e scienziati trascorrono l’intera vita dietro immani stupidaggini!
- Come?
- Con la scuola, con le università: centri per il controllo mentale. In questo modo creiamo pseudo-scienziati e pseudo-intellettuali che disprezzano la gente comune, ma che sono solo un po' meno ignoranti della massa, ma altrettanto docili.
- Non mi convince: la conoscenza è potere. Potrebbero diventare pericolosi per il sistema.
- Pericolosi? In primo luogo, le loro conoscenze sono solo quelle che noi consentiamo di acquisire loro. Inoltre, se compiono qualche passo falso, o li corrompiamo o roviniamo la loro carriera, con diffamazioni e calunnie.
- Può darsi, ma qualcuno tra la massa potrebbe prendere coscienza e ribellarsi.
- Impossibile! Noi li riempiamo di cose: ad esempio vendiamo cellulari. Li convinciamo che senza i cellulari la vita è incompleta, infelice. E' un grandioso successo!
- Non tutti hanno il danaro per acquistare questi strumenti o altri.
- Si indebiteranno. Il danaro è un altro ottimo strumento per controllare le persone. Non è vero che siamo noi ad essere avidi di ricchezze: noi abbiamo già tutto. Sono loro che non si accontentano mai: cercano di accumulare soldi ed oggetti, per lo più inutili. Quando si indebitano, li teniamo in pugno ancora di più.
- Va bene: le maglie sono molto strette, ma, secondo me, qualcuno riesce lo stesso a passare.
- Lo escludo nella maniera più categorica. Noi controlliamo tutto: l'istruzione, la politica, la giustizia, le forze dell'ordine, la magistratura, il sistema fiscale, i mezzi di informazione... Non si sfugge.
- Prima o poi, il rischio è che qualche giudice indaghi e scopra la verità...
- La prendo come una battuta. Mi sembra, però, che tu non abbia afferrato. Noi abbiamo creato un ingranaggio perfettamente oliato: lavoro, denaro, consumi, quindi di nuovo, lavoro, denaro, consumi e così via. E' come la ruota su cui corre un criceto all’impazzata: finché non gli scoppia quasi il cuore, non si ferma. La verità? La verità è lì davanti agli occhi di tutti, ma preferiscono ignorarla: sono rassegnati, rinunciatari, inerti. Anche se qualcuno dovesse tentare di svegliare i dormienti, questi ultimi risponderebbero: “Ma io che ci posso fare? Che posso fare da solo contro il sistema?”
- Credo tu abbia ragione.
- Certo che ho ragione e da vendere! Vedi: chi controlla il denaro controlla il mondo, ma noi controlliamo tutto: noi soggioghiamo anche le menti! Inoltre siamo molto generosi: diamo le cose ai materialisti; a chi ha una natura più evoluta, elargiamo le religioni, la New age, a chi rivela interessi culturali, qualche mostra d'arte.
- I tuoi argomenti sono persuasivi, ma valgono solo per la civiltà occidentale. Come si possono dominare i popoli del Terzo e Quarto mondo?
- Niente di più facile: li teniamo nella miseria più nera. Se appena osano sollevare il capo, fomentiamo conflitti, vendendo armi, così si scannano tra loro. Poi, con la scusa delle vaccinazioni, diffondiamo delle epidemie e sfoltiamo un po' il numero di quei primitivi. Naturalmente, anche se in modo diverso, teniamo divise anche le nazioni occidentali, creando finte contrapposizioni tra partiti, movimenti, leaders politici che in realtà sono tutti uguali, perché tutti obbediscono a noi.
- Dopo che avremo l'egemonia su tutto il pianeta e dopo che l'avremo distrutto, che cosa otterremo? Insomma non capisco il vero fine di questo piano di dominio globale…
- E' tardi. Vado. Devo inaugurare la conferenza sulla lotta ai problemi globali: fame, effetto serra, inquinamento, crisi economica, pandemie, terrorismo... Naturalmente sono problemi che abbiamo creato noi per conseguire i nostri scopi. Che idioti, però, gli uomini... Quasi quasi, nel discorso inaugurale, svelo tutta la verità.
Tanto non ci crederanno e, se dovessero crederci, non capiranno e, se capiranno, penseranno ad uno scherzo...



domenica 4 gennaio 2009

Gela: nasce un nuovo anno. Speriamo sia l'ultimo...


Già, dimenticavo: è iniziato un nuovo anno. E naturalmente questo è il primo post del 2009. Poteva essere diverso dagli altri? Forse. O forse no.
Ancora in testa mi rimbomba quella musica che ha accompagnato il mio ultimo dell’anno e il mio inizio anno, una musica che in molti ha lasciato il posto a quella allegra, gioiosa e saltellante che ha accompagnato il ritmo incalzante del capodanno. Una musica che ancora una volta ha lasciato in me qualcosa che prima non avevo o che magari prima era latente. Adesso è manifesta.
Ha lasciato in me vergogna, schifo e in sofferenza!
No, non si tratta di una semplice musica scaturita da virtuosismi di chitarra e di basso, e dettata da una batteria che ne scandisce il ritmo. La musica di cui parlo io è quella che alla vigilia di capodanno ha enunciato al mondo intero che Gela rappresenta la “monnezza” d’Italia! Ultima città dell’ultima provincia per la qualità della vita, per l’inquinamento, per la disoccupazione, per i servizi, per la inciviltà, per l’abusivismo… e io aggiungerei anche per il sindaco!
Dite che è un’affermazione forte e del tutto infondata? Ma voi come definireste un sindaco che brindando all’arrivo del nuovo anno recita il solito slogan “siamo orgogliosi di essere gelesi, di vivere nella città più bella d’Italia”?!
Ha messo la testa sotto la sabbia per dire questo? O lo pensa veramente? O magari pensa veramente che tutti noi siamo rincoglioniti e quindi ascoltiamo il nostro “oracolo” che ci dice di essere orgogliosi?
Di che cosa dovrei essere orgoglioso? Di essere rappresentato da un sindaco che fa dello slogan la sua politica predominante? Dovrei essere orgoglioso di un sindaco che ha fatto della campagna per la legalità un vestito su misura per far accrescere la sua aura fuori da casa sua? Dovrei essere orgoglioso di un sindaco che da un lato condanna Caltacqua per la sua politica vessatoria nei confronti dei cittadini ma si “dimentica” di dire che è stato uno di quelli che ha “voluto” Caltacqua per “incrementare” i suoi consensi? Dovrei essere orgoglioso di un sindaco che ormai non parla più se nelle vicinanze non c’è almeno una telecamera e due microfoni? Dovrei essere orgoglioso di un sindaco che non da voce ai cittadini impegnato com’è a parlare sempre e soltanto lui? E sempre e soltanto dei soliti argomenti?
La mancanza cronica nell’acqua in un paese civile avrebbe provocato paradossalmente una rivolta popolare stringendo d’assedio la sede di Caltacqua e il comune di Gela, e invece gli indigeni (al secolo gli abitanti di Gela) si lasciano cullare dalle parole del nostro sindaco che periodicamente “tuona” contro i vessatori dell’acqua e come il fiabesco pifferaio conduce i suoi topolini alla prossima tappa!
Gela da qualche tempo è peggiorata, a chi dare la colpa? al sindaco di Catania? O magari al Papa…
La provincia di Caltanissetta è la vergogna d’Italia.
Gela è la vergogna d’Italia.
Crocetta è il sindaco di Gela.
Completate voi il sofisma…