venerdì 30 gennaio 2009

Gela: Shock in my town...


"Carneade… chi era costui?"
In ogni strada di ogni città, in ogni luogo di frequentazione, di aggregazione, o anche di lavoro, ci è (quasi) sempre capitato di incontrare gente che in un modo o nell’altro “ispira” il nostro futuro. E non parlo di un futuro remoto o di un futuro che abbia a che fare con ciò che faremo della nostra vita, o del nostro lavoro del nostro Io, ma semplicemente dei successivi due minuti, delle successive due ore, due giorni. O solamente della sera dopo.
E’ come un artista che ha avuto una ispirazione dal semplice volo di una mosca, o dalla forma di una nuvola: cose semplici, insignificanti ai più, ma con ben più di un significato per chi si pone delle domande.
E’ la differenza che passa tra guardare ed osservare, tra sentire ed ascoltare…
Un moderno Carneade, uguali a tanti altri, ma non per questo diverso ed originale, mi ha fatto notare il totale distaccamento in cui vive certa gente così vicina a noi da sembrare lontana anni luce…
Gente normale all’apparenza, che vive (quasi) come noi, che agisce (quasi) come noi e che come noi dipinge per sé un futuro migliore di quello che è riuscito a fotografare.
La convinzione con la quale questa gente parla delle cose più semplici ma in maniera così “eccentrica” e “pallonara” , davvero ci induce a credergli, davvero ci convince che i bambini vengono portati dai cani e non dalle cicogne…
Ne è piena la nostra città!
Non fate quella faccia, perché se davvero vi guardate intorno, anzi, se smettete di guardarvi intorno e cominciate ad osservare, se smettete di sentire gli altri ma cominciate ad ascoltarli, vi accorgerete che ce n’è uno in ogni compagnia!
Gente che, non avendo una vita propria, vive quella degli altri, prendendo in prestito un pezzetto di qua e un pezzetto di la, e componendo pezzetti di vita altrui per fare la propria. Anzi, siccome i pezzetti di vita da copiare oramai li ha presi tutti, è passato ad inventarsene di ogni, a trasferire nella realtà scene tratte da cartoni animati o da film, e, naturalmente, avendo un uditorio nutrito, e qualcuno che gli fa da spalla, ecco che le “palle” (leggasi caxxate) cominciano a prendere la forma della realtà!
Adesso a questa gente date il nome di qualche vostro conoscente, di una persona con il cui bevete il caffè, o di un vostro collega di lavoro e vedrete che qualcuno ci sarà a cui incollare il ritratto che ho dipinto!
Come dite? Non c’è nessuno che conoscete che risponda a questo “identikit”? Bene, allora basta pensare a qualche politico nostrano…. vedrete quanti corrisponderanno alla descrizione!!!
Vi fanno credere di avere il potere di far sorgere il sole domani, vi fanno credere di avere il potere di mettere fine alla crisi, anzi, alle crisi, qualsiasi esse siano! Chissà se ci credono anche loro…
Ogni giorno incrocio decine di persone che per fatalità e congetture hanno una istruzione non certo “alta”, ma questa gente si divide in due categorie: chiddu spertu, e chiddu chi dici di essiri spertu!
I primi
hanno tutto il mio rispetto, anzi, dirò di più: è gente che ammiro molto e con cui mi relaziono volentieri, persone con cui mi diverto a parlare di qualsiasi argomento e, vi assicuro, tra i due sono io a saperne di meno… I secondi sono quelli che credono di averti in pugno, quelli che son convinti che la vita ormai non può insegnargli nulla, quelli che parlano “per esperienza” e che hanno migliaia di aneddoti da raccontare. E magari hanno la metà dei miei anni…
Quelli che per ogni tuo problema hanno una soluzione e loro nuotano in un mare di problemi, quelli che se tu hai un cane intelligente loro ne hanno uno che sbriga le faccende di casa, anche le bollette da pagare! Quelli che “se me lo dicevi prima ti potevo aiutare”, quelli che ti dicono “quando sarò eletto ci penserò io a mettere tutti in riga” e poi durante i consigli comunali leggono il giornale (in realtà guardano le foto…) e si sforzano di assumere un aria intelligente! Quelli che tra un gargarismo e l’altro, tra una smorfia e l’altra, tra suoni non meglio identificati che gli escono dalla bocca e che sembrano parole, ti fanno capire quanta ragione avesse un nostro conterraneo quando diceva “Rozzi cibernetici signori degli anelli: orgoglio dei manicomi!”
Dobbiamo conviverci. Dobbiamo lottarci. Dobbiamo compatirli. Dobbiamo ignorarli.
Ma non dobbiamo ignorare il nostro Carneade. Come io non ho ignorato il mio...
Avrebbe voluto scriverlo lui questo post, ma Nuccio Cesarotti ha voluto fare la parte del Carneade stavolta, non sapendo che il vero Carneade in realtà, è chi si firma Gianni Marchisciana…

1 commento:

fabio pass.. ha detto...

i nostri dirigenti politici sono il classico esempio di pallonari, è vero se noi tutti ci fermassimo un attimo(per tutti intendo la maggior parte della città) ci accorgeremo che loro sono lontano da noi anni luce perle cazzate che ci raccontano.Anche io caro gianni non ignoro il mio carneade.