mercoledì 8 ottobre 2008

Gela: siamo ostaggio di noi stessi!

Abbiamo fallito tutti.
Se 7 giovani di Gela vengono arrestati per avere ridotto, per futili motivi sentimentali, in fin di vita un giovane è un fallimento per tutti. Per l’Amministrazione Comunale, la Chiesa, la Scuola. Per ciascuno di noi.
Non siamo stati buoni testimoni dei valori dell’amore reciproco, della tolleranza e del rispetto degli altri. Non siamo stati capaci di arrivare a questi giovani. E se ci siamo arrivati, non siamo stati in grado di indicare loro la giusta via.
Gela come tutto il “ meridione” è dominata da una logica strana, quella dei “babbi” e degli "sperti". Se rispetti le regole,gli altri, se rispetti la fila, se non ti arricchisci rubando e ingannando sei un babbo. Se non rispetti le regole e quant’altro, sei sperto. Il dramma sta che la cultura dominante ammira e adula e indica come modello da seguire gli “sperti”. Tutti.
U' spertu è un modello da imitare. E se va a finire in galera... meglio! Acquista maggiore immagine e un potere più forte all’interno del gruppo dei suoi amici , che magari diventerà in futuro clan maggiore considerazione. Avere un parente in carcere, per alcune famiglie gelesi, non è una vergogna. Anzi. E’ un motivo per avere più prestigio, maggiore forza, più rispetto. Per alcune famiglie, poi, avere un figlio che chiede il pizzo è una fonte di guadagno. Se poi si va ad analizzare da dove abitano i ragazzi che hanno pestato il loro coetaneo, il gioco è fatto. Quattro dal quartiere Settefarine e 3 dalla Carrubbazza. Non si può criminalizzare un quartiere, ma è anche vero che sono quelli dove maggiore è la disoccupazione, minore il reddito pro capite, maggiore è la presenza di case abusive. Dove l’unica struttura di aggregazione è la parrocchia di San Sebastiano.
Non ci sono strutture sportive, ricreative. Vai a pensare culturali...
Qualche anno fa c’era un centro aggregativo giovanile. Chiuso! Non ci sono soldi. Ma si trovano per feste e festini e carillon... E poi un contributo, non si nega mai a nessuno.
Abbiamo dato vere possibilità a questi giovani? Alternative valide? Carmen Muccio è da capo scuot al quartiere Caposoprano, parrocchia San Antonio. Realtà all’opposto rispetto a quelle descritte: "Non siamo al paradiso terrestre. Non riusciamo a raggiungere tutti i ragazzi del quartiere. Abbiamo parlato con padre Filippo per creare un gruppo scout a Settefarine, ma non ci sono capi. Non ci sono persone adulte che si impegnano a d educare. Non possiamo partire dal nostro quartiere per educare.” Quali difficoltà rispetto al passato. I ragazzi di oggi sfuggono dall’impegno, dalle regole,non sono abituati a risolvere i problremi, c’è sempre qualcuno che lo fa per loro, ma questo qualcuno non riesce a dargli le regole, si pensa che amare i propri figli sia eliminare i problemi per loro ma quando sono soli e devono decidere crollano e si rifugino in altro... Fuggono, non affrontano. Ma i genitori dove sono? Spesso in questi quartieri che ho citato il genitore maschio non c’è, è emigrato, o lavora fino a tardi. L’educazione è lasciata alla mamma che non sempre c’è la fa.
Cosa fare? Impariamo a fare i genitori educatori..."
Scritto da Totò Sauna

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarò monotono... ma se le guide per noi giovani sono i genitori, i politici e i preti... ALLORA NON ABBIAMO SPERANZA! NE' FUTURO!

GENITORI assenti il cui unico pensiero è (purtroppo) sbarcare il l unario e arrivare alla fine del mese;

POLITICI strafottenti e menefreghisti, che continuano a coglionare sui e con i giovani;

PRETI il cui unico scopo sembra quello di assicurarsi l'uno per mille, dire messa e predicare dall'altare!

Come si evince, le nostre "guide" stanno peggio di noi giovani...

Anonimo ha detto...

La mancata crescita mentale e sociale dei nostri giovani che giornalmente costriuscono la loro emarginazione attraverso il niente assoluto.
E' questo il dramma non solo di Gela ma di una intera generazione figlia dell'essere e dell'apparire, figlia dei media a cui molti genitori abbiamo delegato il nostro ruolo di educatori.

Anonimo ha detto...

Ed è figlia della classe politica che si crogiola specchiandosi in sè stessa!!!!
Caro Emanuele, tutti noi siamo complici di questo, e chi pensa di non esserlo basta che si ricordi dove ha messo la "crocetta" alle scorse elezioni!
O basta che si ricordi con chi si accompagna...

Anonimo ha detto...

Caro Carmelo se per politica intendi cultura, valori , esempi positivi da trasmettere alle nuove generazioni sono d'accordissimo con te.
Vedi il problema più importante è educare ad utilizzare il cervello, a domandarsi, a chiedersi il perchè succedano determinate situazioni, a chi giovano e perchè succedano in particolari momenti.
Fa più notizia, è più spettacolare costruire il ponte sullo stretto oppure dotare la Sicilia di servizi,strade decenti, acqua per tutti, dare possibilità ai nostri ragazzi di non emigrare attraverso programmi seri di sviluppo legato alle bellezze naturali della nostra terra?
e guarda che si
spenderebbe anche meno utilizzando le risorse che mette a disposizione la comunità europea.

Anonimo ha detto...

Emanuele,
la politica nostrana, la politica con la quale tutti i giorni ci confrontiamo e della quale tutti i giorni ci VERGOGNIAMO, non può e NON DEVE essere una guida per questi giovani!

Qualcunque sia il nostro colore politico.

Anonimo ha detto...

Ma perche dovete portare tutto alla politica, a questa politica !
La vera politica è servizio ,la politica è impegno, la politica è cultura e valori e guardate che non è vero che si è tutti eguali.
Uno dei preti che mi ha educato, un salesiano diceva sempre non dite mai io, dite noi, non guardate chi sta davanti aiutate chi sta dietro. Politica è, all'interno del " colore Politico"in cui si milita, non farsi delegare sempre nelle scelte più importanti , non rassegnarsi, ma lottare per le proprie idee confrontandole e partecipando il più possibile alla vita sociale della tua Città.

Romina ha detto...

Non c'è dubbio che la vera poliica è quella che tu descrivi, caro Emanuele, e dunque qui a Gela... MAI SI E' VISTA!
A me sembra si stia pettinando i ricci, nel senso che il problema giovanile non è la mancanza di politica quanto la mancanza di identità: il giovane on si identifica con null'altro che non sia il campione di calcio, il cantante rock o il personaggio del grande fratello! Ben lungi dall'identificarsi con un grande artista, scrittore, scenziato... men che meno con un grande politico (bello l'ossimoro, vero?)!
E ancor meno probabile si identifichi con ...se stesso.
Ma lo sbaglio maggiore è quello di considerarlo una "entità" estranea, un qualcosa sfuggevole e astratta: il giovane è lì! BASTA PARLARGLI!
Ma tra lavoro (o ricerca del lavoro), partite di calcio in tv, calcetto al venerdi, briscola al martedi, stadio alla domenica, film al giovedi e Tv tutti gli altri giorni, chi cavolo lo trova il tempo x i nostri giovani???
Meglio educarli con l'ausilio della Tv, così si rincoglioniscono da soli senza il nostro aiuto...
E non ditemi che sto farneticando...

Anonimo ha detto...

mi sta facendo riflettere quello che è successo a Napoli qualche giorno fa. ragazzi appena dodicenni sono stati vittima di una sparatoria.ma a dodicianni io che facevo? giocavo, giocavo, giocavo. Abitavo in un quartiere popolare " u locu baruni" e giocavo dalla mattina alla sera. Irimproveri di mio papà. ma io ero contento. Perchè non si gioca più ? Il gioco è scomparso. Tutti davanti i computer o altre diavolerie. Diavolerie che ti isolano. Nessuno più parla Si chatta. ma che comunicazione se io non ti guardo negli occhi, non ti tocco,non vedo le tue espressioni? Nulla. Dobbiamo ritornare a giocare e a comunicare. NON FACCIAMOCI IMBROGLIARE ciao totò

Anonimo ha detto...

Totò, ci stiamo gia facendo imbrogliare. SIAMO NELL'ERA DEL CONSUMISMO E DELL'APPARIZIONE!
SE NON APPARI NON ESISTI!
BERLUSCONISMO E' CHIAMATO...