sabato 21 febbraio 2009

L'Italia del trucco, L'Italia che siamo

Dal Presidente della "Associazione Contro Tutte le Mafie", Antonio Giangrande, ricevo e pubblico:


In Italia, come a Gela, urge il bisogno di ribellarsi alle ingiustizie. Si ha l'esigenza di trovare qualcuno che ti ascolta e che sia dalla parte del più debole. Oggi non esiste Istituzione o Associazione, che, di fatto, tuteli, contro tutti i poteri forti, i diritti dei disabili, dei disoccupati, dei carcerati, delle vittime dei reati.
Nel 2004 è nata l’Associazione Contro Tutte Le Mafie di cui sono presidente.
E’ nata proprio per denunciare penalmente i responsabili delle sopraffazioni e denunciare pubblicamente le omissioni e le omertà. Tutto questo senza favoritismi ed impunità. Sempre e comunque a favore delle vittime.
Per le sue degne finalità ha valenza istituzionale, essendo iscritta presso la Prefettura di Taranto come associazione antimafia. Dell'associazione fanno parte Magistrati, Professori Universitari, Avvocati, Giornalisti e cittadini di ogni censo. Si sono associati per divenire una unica forte voce di ribellione.
In seguito alla mia attività ho ricevuto solo ritorsioni: impedimento al lavoro e persecuzioni per reati inesistenti e con violazione del diritto di difesa. Il mio scopo è l'adozione delle nostre proposte di legge, tra cui spicca la previsione obbligatoria del difensore civico amministrativo e del difensore civico giudiziario. Figure, queste, che servirebbero a difendere i cittadini da lobby e caste.
L'associazione è ONLUS. Non riceviamo finanziamenti da nessuno, né gli aderenti pagano alcunché. Le spese e le attività sono tutte a carico del Presidente, pur nella sua indigenza, aiutato dai suoi familiari. A suo carico sono anche le responsabilità per le cose sacrosante che denuncia e che, per molti, devono essere sottaciute.
Ai media chiedo di aiutarmi a denunciare una realtà che ai più è sconosciuta, alla politica chiedo l'adozione delle mie proposte di legge, affinché si lasci una società migliore ai nostri figli, ai magistrati chiedo di essere giusti ed equi, rispettosi dei cittadini e della legge, senza impunità per nessuno.
Vivere in un ambiente dove tutti non vedono, non sentono, non parlano delle ingiustizie, che ci sono, ma che non vengono conosciute, significa essere emarginato ed essere accusato di devianza dalla conformità imperante.
Tutto questo mi costa l’essere ignorato dalla maggior parte dei media, anche se qualche direttore di testate giornalistiche haaderito alla mia associazione e la sostiene dandole la visibilità che si merita. Molti mi dicono perché lo faccio e perché non mi disinteresso delle vittime delle ingiustizie, che spesso sono irriconoscenti, in questo modo, guadagnandoci... Il mio fine non è il denaro.
Tra le mie inchieste, ho provato, tra le altre cose, che tutti i concorsi pubblici sono truccati o truccabili, che in carcere ci stanno i presunti innocenti e che in Italia vi sono stati 4 milioni di errori giudiziari.
Ma chi è realmente la mafia?
Solo chi è prepotente? O anche chi è potente? Oppure ancora per mafia deve intendersi anche chi, col silenzio o a causa del timore, potrebbe finire per essere in un certo senso colluso?
Nei piccoli comuni, come può essere Gela, come nei grandi centri vi è un agglomerato di interessi politici ed economici, che non vanno assolutamente toccati. Chi ne fa parte usa ogni mezzo per tutelare il sistema, spesso con l’illegalità e la violenza. Chi rimane fuori cerca di denunciarlo al mondo, ma rimane inascoltato ed emarginato. Ignorato da tutte le istituzioni e da tutte le forze politiche. Si combatte contro un muro di gomma. Poi si lamentano che la gente scende in piazza nei VAFF...DAY.
l’Associazione Contro Tutte le Mafie, è operante gratuitamente in tutta Italia, quindi anche a Gela ma per obbligo di legge deve essere iscritta solo presso la Prefettura della sede legale.
Se il Volontariato, in Italia, sopperisce agli effetti dell'inefficienza del sistema pubblico, l'Associazione Contro Tutte Le Mafie è l'unico sodalizio che denuncia e combatte le cause e i responsabili di queste inefficienze. Per questo siamo emarginati dalle istituzioni locali, ma siamo stimati dalle istituzioni centrali.
Noi divulghiamo l’educazione alla legalità. A tal fine è stato pubblicato un saggio d’inchiesta sconvolgente di pubblico interesse nazionale: si intitola "L'Italia del trucco, l'Italia che siamo".
Esso è il “libro bianco delle illegalità sottaciute”. Un libro "senza peli sulla lingua".
La peculiarità dell’opera necessita di una promozione capillare, adeguata e qualificata, tenuto conto dell’importanza dei suoi contenuti per lo sviluppo socio – culturale degli italiani.
Il libro, in molti istituti statali superiori di tutta Italia, è adottato particolarmente dai docenti di diritto o delegati alla legalità o all’educazione civica. L'approfondimento delle tematiche contenute è affrontato in gruppi di lettura o di studio.
Comunque, è un libro che chiunque, con cultura ed intelletto, deve leggere.
Insomma, in una Italia dove nessuno legge, noi cittadini sappiamo quel poco che sinteticamente ci fanno sapere dai tg nazionali.
Il libro serve ad aprire la mente sulla realtà che ci circonda, per poter, poi, adottare le scelte di vita più opportune.
Gli argomenti trattati sono le anomalie taciute ed impunite pertinenti: Politica e Pubblica Amministrazione, Mafia e Giustizia, Welfare, Informazione, Economia, Istruzione, Ambiente, Sport.
Verità nascoste o dimenticate che rappresentano un'Italia tenuta al guinzaglio da un sistema di potere composto da caste, lobby, mafie e massonerie: un'Italia che deve subire e deve tacere.
In calce vi è il Dossier Ingiustizia redatto da un professionista forense.
Grazie a tutti voi.
Antonio Giangrande
Presidente
Associazione Contro Tutte le Mafie

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